:::Benvenuti nella depandance di ottoemezzo.com::: testata giornalistica dedicata al cinema. Spizzichi, smozzichi e ritagli di cinema. O dell'arte di perdere tempo scrivendo e leggendo di una grande passione.

03 febbraio 2007
Il trucco c'è, ma... The prestige

di Franco Cicero

Diretto da Christopher Nolan. Interpretato da Hugh Jackman, Christian Bale, Michael Caine, Scarlett Johansson, David Bowie, Piper Perabo. Drammatico. Usa/Gran Bretagna.

La magia, il regno dell’illusionismo. Il trucco c’è ma non si vede. Anzi, non si deve vedere. È qui che si misura la bravura degli illusionisti. È un mondo impalpabile, basato sulla leggerezza e l’abilità, tutto predisposto per stupire il pubblico, per strappargli un applauso.
Ma dietro le quinte c’è un lavoro immenso, fatto di estenuanti allenamenti, ma anche di congegni e macchinazioni che l’occhio umano non deve cogliere per garantire il successo del numero di prestigio.
Sono queste le armi usate nel duello a distanza, che dura tutta una vita, tra due illusionisti nell’Inghilterra di fine Ottocento: Robert Angier e Alfred Borden. Il primo è aristocratico nei modi e suadente nel rapporto con gli spettatori; l’altro è rude, però dotato di maggior talento e animato dalla brama di rischiare esercizi sempre più arditi.

Erano amici, un tempo. Ma un tragico incidente li divide per sempre: Borden causa involontariamente – forse – la morte della moglie di Angier. Potrebbe sembrare l’inizio della ricerca di una vendetta a lungo temine, però non è soltanto questo: c’è, in più, la rivalità che li contrappone. Angier è più amato dal pubblico, ma si rode perché nemmeno lui riesce a svelare il trucco usato da Borden in una sensazionale esibizione.
Le regole dell’illusionismo sono chiare: la presentazione del numero, la svolta, cioè il primo colpo di scena che lascia di stucco gli spettatori e quindi l’apoteosi, ovvero il prestigio, la conclusione eclatante. Il meno fantasioso Angier è pronto a tutto pur di carpire i segreti dell’avversario: fa ricorso anche alla scienza, il nuovo totem dell’epoca positivista. Ma Borden sembra ancora inarrivabile. Il trucco, ancora una volta, c’è.
Abile costruttore di atmosfere “noir” e inquietanti, Christoper Nolan in pochi anni e con cinque film all’attivo è già da molti considerato un autore di culto, in particolare per la sua seconda opera, “Memento”. Trentaseienne, inglese di nascita e formazione ma a proprio agio col cinema americano, Nolan si è voluto cimentare per la prima volta nell’ambientazione d’epoca e nella sua Inghilterra, dopo le esperienze negli Usa con “Insomnia” e con il kolossal “Batman Begins”.
Ha tratto la sceneggiatura di “The Prestige”, coadiuvato dal fratello minore Jonathan, dal romanzo omonimo di Christopher Priest, che certamente offre tanti temi cari alla poetica “dark” di Nolan: la vendetta, l’antagonismo, soprattutto la questione del “doppio” di quell’altro da sé in cui ci si può specchiare ma che non si può comprendere fino in fondo. Sullo sfondo emerge evidente la metafora dello stesso mondo dello spettacolo, del cinema anzitutto, fabbrica di magia, trionfo contemporaneo dell’illusionismo.

Nolan è assai accurato nella presentazione e nel dosaggio dei colpi di scena. Ama circondarsi di tecnici competenti con cui ha già lavorato, come il rimarchevole fotografo Wally Pfister, il montatore Lee Smith, lo scenografo Nathan Crowley, il musicista David Julyan, cui si aggiunge la costumista Joan Bergin. Il risultato è importante, pur quando sembra prevalente l’elaborazione dell’impianto complessivo. Anche agli attori viene chiesto di mettersi al servizio del “prestigio”.
Nessun divismo, quindi, da parte dei due egregi protagonisti Hugh Jackman (Angier) e Christian Bale (Borden), quest’ultimo in piena sintonia con Nolan da “Batman Begins”.
Né da parte di Scarlett Johansson, singolarmente di nuovo in un film sulla magia dopo “Scoop” di Woody Allen. Tra i comprimari eccellenti, Michael Caine incarna da par suo un ruolo affabulatorio, mentre David Bowie veste con compiacimento i panni di un personaggio realmente esistito, l’eccentrico scienziato Nikola Tesla storicamente avversato dal più pragmatico Thomas Alva Edison: dalla rivalità filmica delle illusioni a quella concreta delle invenzioni.


Inserito da ottoemezzo a-live alle 18:24

1 Commenti:
Anonymous Anonimo dice...

Good words.

11:28 AM  

Posta un commento

<< Home




  Archivio recente



  Archivio

Powered by Blogger

1997-2007 ottoemezzo.com