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18 aprile 2007
Cinema e Lavoro: un binomio made in Terni


di Sabina Prestipino

Ha aperto i battenti ieri la V edizione del Festival CINEMA e/è LAVORO di Terni con il vincitore del Premio della regia all'ultima Mostra del Cinema di Venezia. “Daratt” di Mahamat-Saleh Haroun, che uscirà nelle sale italiane il 25 maggio distribuito dalla Lucky Red, ha inaugurato la rassegna diretta da Stefano Della Casa.
Mahamat-Saleh Haroun ha quindi tenuto a battesimo CINEMA e/è LAVORO di quest’anno. Il regista proveniente dal Ciad proprio a Terni è stato insignito del premio del Festival "per il lavoro nel cinema", che nelle passate edizioni è andato a cineasti del calibro di Ken Loach, Bertrand Tavernier, Danis Tanovic e Marco Belloccio. Il premio è stato consegnato da un autore e attore del nostro cinema, Michele Placido.
Il festival di Terni quest’anno ci farà conoscere l’opera di Haroun, con un omaggio che comprende altri due film dello stesso autore, “Bye Bye Africa” e “Sotigui Kouyatè”, due opere che propongono una riflessione, tra passato e presente, sul fare cinema ed essere attore in Africa.
La protagonista di oggi è invece Stefania Sandrelli, che assieme al regista Michael Schroeder alle 21.00 presenterà il film “Man in the Chair”. Ancora una volta il mestiere di regista e quello dell’attore sono sotto i riflettori della rassegna. Più erudito invece il pomeriggio al festival: con “Lettera ad un film mai fatto”, documentario di Giorgio Treves sul progetto di Visconti di girare un film tratto da “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust.
Treves incontrerà il pubblico insieme al professor Alberto Beretta Anguissola, uno dei più importanti studiosi del grande scrittore francese. Ideale per chi è affascinato dall'universo viscontiano e vuole avere un assaggio, senza nessuna pretesa accademica, della narrazione proustiana e dei suoi possibili punti di contatto con quelli della narrazione cinematografica.
Per l’aperitivo il festival ritorna sul tema del lavoro con la presentazione del libro “Voice Center” di Zelda Zeta, storie, sogni, paure che si incrociano in un luogo simbolo del lavoro nell'era della comunicazione: il call center. Una commedia umana che verrà un po' raccontata e un po' messa in scena.

FOTO: Stefano della Casa, direttore del festival di Terni

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