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01 aprile 2007
Marco Risi gioca la carta dell'agiografia

di Marzia Apice

‘O re: questo è il nome con il quale Napoli ha acclamato per tanti anni Diego Armando Maradona, il più grande e controverso calciatore di tutti i tempi.
Ma la storia di quest’uomo, divenuto per i napoletani un eroe, un santo, un dio in terra, il simbolo di un riscatto sociale ed economico reso possibile dall’unione di genialità e passione, comincia molti anni prima e dall’altra parte del mondo.
Siamo in Argentina, in una borgata alla periferia di Buenos Aires: Diego nasce in una famiglia numerosa e povera, in cui il padre si spacca la schiena tutto il giorno per cercare di dar da mangiare ai suoi figli. C’è poco tempo per ridere e scherzare, ogni giorno è una lotta per vivere dignitosamente. Ma nonostante tutto Diego ha un amore, grande, indistruttibile: il pallone. Giocare a calcio è l’unica cosa che riesce a farlo sognare, a dargli gioia, a evadere da quel mondo di degrado e miseria che lo circonda.
A forza di tirar calci al pallone, qualcuno si accorge di lui, del suo talento eccezionale. E comincia l’ascesa verso il paradiso. Sì, perché nel giro di pochi anni Diego Maradona diventa un dio, capace di far urlare di gioia milioni di persone. Arrivano denaro, fama, potere. Finalmente può sistemare la sua famiglia e godersi la sua fortuna.
Conosce Claudia, la donna della sua vita, compagna di tante battaglie. Ma, insieme a tutto questo, arriva anche l’inferno. La droga, prima di tutto. I guai fisici. La depressione. L’obesità. I tradimenti. I nemici. E principalmente, la dipendenza da quella maledetta polvere bianca che consuma mente e fisico in modo inesorabile.
“Maradona, la mano di dios”, ultimo film di Marco Risi, racconta questa storia, la parabola di un uomo pieno di contraddizioni, esuberante, eccessivo, ma anche sincero e generoso. Un uomo forte e debole allo stesso tempo, capace di veri sentimenti e grandi aberrazioni, ben interpretato dal bravo Marco Leonardi del quale non sfugge una certa somiglianza con il vero Maradona.
Marco Risi cerca di scavare all’interno del personaggio Maradona per riscoprire l’uomo Diego. Ma questo film rende omaggio al mito del calciatore più straordinario di tutti i tempi con un approccio eccessivamente benevolo nei confronti dei molti, troppi sbagli che Maradona ha fatto nel corso degli anni.
Forse non si può perdonare sempre tutto, anche ad un uomo che ha toccato con i piedi la gloria della storia.

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Inserito da ottoemezzo a-live alle 14:22

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