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23 aprile 2007
"Salvador" per non dimenticare mai

di Marzia Apice

E’ difficile immaginare un clima di terrore e barbarie in un paese occidentale e quindi “civile” come la Spagna, oggi portavoce d’importanti campagne a favore dei diritti delle minoranze ed emblema di libertà e emancipazione.
Eppure, non molti anni fa, precisamente il 2 marzo del 1974, in questo stesso paese venne giustiziato un ragazzo di 25 anni, che, dopo una condanna a morte per motivi politici, fu ucciso mediante la garrota, una delle più atroci e disumane torture utilizzata già ai tempi dell’Inquisizione.
Quegli anni in Spagna rappresentarono gli ultimi sprazzi del regime franchista, tristemente noto per aver messo in ginocchio e umiliato un intero popolo, facendolo vivere nella paura e nella totale assenza di diritti civili e libertà. Il 2 marzo del 1974 fu la data dell’ultima condanna capitale in Spagna e quel ragazzo, Salvador Puig Antich, militante del Movimiento Ibèrico de Liberaciòn, da quel giorno fu consegnato alla storia e alla memoria del popolo spagnolo.
“Salvador-26 anni contro” è un film duro, appassionato, triste ma pieno di speranza. La pellicola racconta la storia dell’omonimo e sfortunato protagonista, che, arruolatosi quasi per gioco nel MIL, all’inizio sembra dividersi tra le ragazze da corteggiare e le azioni provocatoriamente dimostrative. Poi, forse senza troppa consapevolezza, passa assieme ai suoi compagni alla guerriglia attiva accanto ai militanti francesi. Cominciano allora le rapine, e arrivano anche le armi e il pericolo a stravolgere quello che sembrava essere un gioco da ragazzi. Inesorabilmente, tutto cambia: aumenta la coscienza politica e con essa la violenza. Scorre il sangue per strada: è il sangue dei ragazzi, ma mescolato a quello dei poliziotti.
Una guerra tra poveri disperati che non cambia nulla. L’agguato della polizia pone fine alla battaglia di Salvador, che da collettiva, diventa, da questo momento in avanti, una lotta personale.
Ma non finisce qui: l’ETA il 20 dicembre del ’73 uccide l’Ammiraglio Carrero Blanco e Salvador diviene un vero e proprio capro espiatorio. Ora il giovane è costretto a lottare non solo contro le istituzioni, ma anche contro una tragica fatalità. E contro un destino che lo vuole morto, ingiustamente, follemente, Salvador perderà.
Questo film, per la regia di Manuel Huerga, non è soltanto il racconto dei fatti che hanno portato alla condanna a morte di Salvador, ma anche la storia di tutto quello che la sua famiglia, il suo avvocato, i suoi amici hanno fatto per tentare di salvarlo dalla condanna.
“Salvador-26 anni contro” è sì la cronaca di un disperato tentativo per evitare l’atroce esecuzione di un giovane di 25 anni, ma è anche il racconto di un universo di sentimenti, speranze, passioni, sofferenze fisiche e mali dell’animo. Ed è l’affresco di un’epoca buia che ha segnato la vita di tante famiglie in modo irrimediabile.
Al termine della pellicola un’inquadratura struggente: dopo il funerale di Salvador, tanti petali di rose rosse solcano il terreno bagnato dalla pioggia. Sono lacrime che lavano una terra bagnata da troppo sangue.
Per non dimenticare. Mai.

dal 27 aprile nei cinema

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Inserito da ottoemezzo a-live alle 23:02

1 Commenti:
Blogger palagniak dice...

gran bel film

11:11 PM  

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