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25 febbraio 2007
Oscar al countdown

di Franco Cicero

L’eterno perdente Martin Scorsese con “The Departed” contro il rampante messicano Alejandro Gonzalez Iñarritu di “Babel”: sarà questo il duello di questa notte degli Oscar, con il glorioso Clint Eastwood (“Letters from Iwo Jima”) e il britannico Stephen Frears (“The Queen”) pronti a tentare il colpo vincente. Previsioni rispettate, ma con più di una sorpresa, tra i nominati alla 79. cerimonia degli Oscar che si svolge il 25 febbraio a Los Angeles.
L’annuncio ufficiale delle candidature principali è toccato a fine gennaio ad un’emozionatissima Salma Hayek, messicana purosangue che sfiorò l’Oscar come attrice per “Frida”, davvero esaltata nel poter snocciolare un numero record di candidature per la cinematografia del suo Paese. E’ il Messico, infatti, il trionfatore delle nomination, grazie ai registi Iñarritu (in corsa per ben sette statuette con il suo intrigante “Babel”), Guillermo Del Toro (sei candidature per l’affascinante “Il labirinto del fauno”, tra cui quella a miglior film straniero) e Alfonso Cuarón (tre per “I figli degli uomini”). E da buona latina, Salma Hayek ha esultato anche annunciando l’inserimento nella cinquina delle migliori attrici della spagnola Penelope Cruz per “Volver”.

Ma, prima grande sorpresa, il film di Pedro Almodovar non risulta tra le pellicole straniere, dove invece spicca, oltre al “Labirinto del fauno”, “Water” di produzione canadese ma con la regia dell’indiana Deepa Mehta, lungamente applaudita nel giugno scorso al Taormina FilmFest. Si sapeva già, in questa categoria, dell’esclusione di “Nuovomondo” di Crialese; però l’Italia può festeggiare la presenza della fantastica costumista Milena Canonero, già nominata altre sette volte e vincitrice di due Oscar (per “Barry Lyndon” e “Momenti di gloria”), stavolta in lizza per il controverso “Marie Antoinette” di Sofia Coppola, e la nomination congiunta degli ottimi truccatori Aldo Signoretti (già nominato per “Moulin Rouge”) e Vittorio Sodano, artefici del make-up dell’altrettanto controverso “Apocalypto” di Mel Gibson. Oltre, naturalmente, alla festa speciale per Ennio Morricone.
Tornando alle categorie principali, il semplice dato numerico indica che il primato delle nomination dell’anno, otto, tocca al film musicale “Dreamgirls” di Bill Condon. Ma è solo un’illusione: tre, infatti, sono candidature nella medesima categoria, quella della migliore canzone originale, e quindi si elideranno a vicenda. “Dreamgirls” ha poi Eddie Murphy e Jennifer Hudson come non protagonisti e altre tre indicazioni strettamente tecniche. Insomma, non concorre a statuette “pesanti”.
Invece potrebbe finalmente essere la volta del sospirato Oscar alla regia di Martin Scorsese. Ma il regista italoamericano è ormai abituato a perdere, come avvenne due anni fa con “The Aviator” proprio contro Clint Eastwood che allora sfoggiava “Million Dollar Baby” e adesso si gode quattro nomination per “Letters from Iwo Jima” (tra cui film e regia), più due tecniche per “Flags of our father”. Per Scorsese, sulla carta, i presagi non sono dei migliori, a conferma del trattamento ostico da sempre riservatogli dai votanti dell’Academy. Infatti “The Departed” corre con appena cinque nomination, pur pesantissime: film, regia, montaggio, sceneggiatura e attore non protagonista che però non è, altra sorpresa, Jack Nicholson, bensì il più giovane Mark Wahlberg. Né per “The Departed” è candidato Leonardo Di Caprio tra i protagonisti, che però può aspirare per la terza volta alla conquista della statuetta con “Blood Diamond”, altro film con cinque nomination. Ma a sbarragli la strada – come avvenuto ai Golden Globe – c’è lo straordinario Forest Whitaker protagonista dell’”Ultimo re di Scozia”. E tra i cinque attori principali, con anche Peter O’Toole (“Venus”) e Ryan Gosling (“Half Nelson”), fa la sua bella figura Will Smith per “La ricerca della felicità” del nostro Gabriele Muccino.
Assai prestigiosa anche la cinquina delle attrici protagoniste, ma qui l’Oscar sembra scontato che andrà ad Helen Mirren, strepitosa interprete di “The Queen”, il film di Frears che grazie a lei può vantare sei prestigiose nomination. La Mirren nei panni di Elisabetta II ha finora vinto tutti i premi dell’anno. A tentare di contrastarla, oltre alla Cruz, ci sono Kate Winslet (che contribuisce alle tre nomination di “Little children”), Judi Dench (che accompagna le quattro candidature di “Diario di uno scandalo”, tra cui la non protagonista Cate Blanchett) e la sempre smagliante Meryl Streep che con “Il diavolo veste Prada” tocca il record di 14 nomination (con due vittorie), l’unica che può battere la Mirren.
Infine, tra le note positive va salutata la inaspettata performance del godibile “Little Miss Sunshine”, che piazza quattro segnalazioni: film, sceneggiatura, il non protagonista Alan Arkin e la giovanissima non protagonista Abigail Breslin ma purtroppo non la regia di Jonathan Dayton e Valerie Faris. Bene anche l’inglese Paul Greengrass che si inserisce tra i cinque migliori registi per “United 93” (ma non la spunta tra i migliori film). E bene, tra i cartoni animati, per “Cars” che dovrà vedersela con “Happy Feet” e “Monster House”. Delusione invece per il comico “Borat” (solo la sceneggiatura), l’ambizioso “The prestige” (scenografia e fotografia), “Black Dahlia” (solo la fotografia) e “I pirati dei Caraibi” che ha sì quattro nomination però prettamente tecniche.
A conti fatti, tanti film in lizza ma nessuno con un numero esorbitante di nomination. E’ la conferma che nel 2006 non c’è stata una pellicola in grado di mettere d’accordo tutti e dunque i giochi sono assai aperti.
Inserito da ottoemezzo a-live alle 14:07

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