:::Benvenuti nella depandance di ottoemezzo.com::: testata giornalistica dedicata al cinema. Spizzichi, smozzichi e ritagli di cinema. O dell'arte di perdere tempo scrivendo e leggendo di una grande passione.

25 marzo 2007
"Saturno contro" più che un grande freddo all'italiana

di Franco Cicero

L’opposizione zodiacale di Saturno, come ben sa chi si occupa di astrologia, è foriera di presagi negativi. Infatti, il salto narrativo nel nuovo film di Ferzan Ozpetek è legato a una morte improvvisa. Come avveniva nel film che, sei anni fa, aprì al regista di origine turca le porte del grande pubblico: “Le fate ignoranti”.
Ma stavolta la repentina scomparsa colpisce un personaggio centrale, al quale tocca introdurre la vicenda con la sua voce fuori campo. Inoltre, a differenza di quasi tutti i film di Ozpetek (da “Hamam – Il bagno turco” e “Harem suaré” a “La finestra di fronte” e “Cuore sacro”), non c’è una sovrastante figura femminile che scopre nuove realtà o antiche verità.
Invece in “Saturno contro” prevalgono nettamente la coralità dell’insieme e il tempo presente. La tragedia imprevedibile getta nel dolore una comunità di carissimi amici. Ma la rielaborazione del lutto per chi è venuto prematuramente a mancare va al di là della riproposizione all’italiana del “Grande freddo”. È, piuttosto, l’esaltazione di un legame di amicizia che si rinsalda collettivamente anche se nei rapporti tra le singole individualità (ad esempio, una moglie scopre che il marito la tradisce) possono avvenire rotture.
Ozpetek, quarantottenne, da trent’anni in Italia, giunto al sesto film in un decennio, muove la sua cinepresa con assoluta padronanza ed evidente piacere tra le dinamiche del gruppo di amici nella Roma di oggi in cui convivono con assoluta naturalezza donne e uomini, etero e gay, single e coniugi, ultraquarantenni e giovani. E la sua firma d’autore si evidenza in precise sequenze, come l’incontro tra la moglie e il marito con l’amante; oppure la partita finale di ping pong che riecheggia il tennis di “Blow up” di Antonioni. Ancora una volta, la cura formale è merito dei fedelissimi Gianfilippo Corticelli alla fotografia e Patrizio Marone al montaggio. Mentre inedito è l’apporto musicale di “Neffa” (Giovanni Pellino).
La sceneggiatura, scritta – come è tradizione - dallo stesso Ozpetek assieme a Gianni Romoli (che è, al solito, anche il produttore del film con Tilde Corsi) risulta di assoluta attualità, forse al di là delle stesse intenzioni originarie: si scorgono facilmente, infatti, riferimenti ai Dico o all’accanimento terapeutico. Segno, però, non di una furbizia commerciale, bensì di una testimonianza di quanto certe problematiche siano presenti nella vita quotidiana.
La cosa veramente bella del film è tuttavia la prova d’insieme degli interpreti.
Ozpetek conferma di essere un sensibile direttore di attori, molto puntuale nel disegnare le rispettive personalità e nell’offrire dei dialoghi assai credibili. In più, stavolta si rivela un abile selezionatore di un cast in cui vengono fatti convivere perfettamente attori di provenienza televisiva, come Ambra Angiolini (la più sorprendente, in un ruolo difficile), Luca Argentero (ormai affidabile e più incisivo che in “A casa nostra”), Michelangelo Tommaso (di sicure potenzialità) e Lunetta Savino che lascia il segno in una parte di “colore”; con l’immancabile Serra Yilmaz (“ruspante” connazionale del regista) e con interpreti di estrazione teatrale, come l’esperto Luigi Diberti e l’emergente Filippo Timi; fino a quelli di celebrata esperienza cinematografica, come Stefano Accorsi e Margherita Buy (rinnovati e convincenti, pur chiamati a interpretare ruoli già sperimentati), Pierfrancesco Favino (in grande evidenza), Ennio Fantastichini (sensibile con intelligenza), la felicemente recuperata Isabella Ferrari e la dolente, efficacissima, Milena Vukotic.
Tutti da accomunare con una lode collettiva.

Etichette:

Inserito da ottoemezzo a-live alle 10:23

2 Commenti:
Anonymous Anonimo dice...

Ozpetek secondo me ha fatto un tonfo. una caduta di stile e di contenuti inimmaginabile.
ho appena visto l'intervista ad Ambra al programma della Bignardi (su youtube). Lei è bella e intelligente ma chiamarla "rivelazione del cinema italiano" mi sembra esagerato.
A proposito l'avete visto Saturno Contro? Che delusione!!Parliamone su www.showfarm.com/showfarmblog
ciaooo

2:56 PM  
Anonymous Anonimo dice...

Parliamone dove vuoi, ma parliamone. Anche perché non condivido la tua opinione, anche se ovviamente la rispetto.
E' un film che lascia il segno. La colonna sonora poi è davvero azzeccata e struggente.

12:53 PM  

Posta un commento

<< Home




  Archivio recente



  Archivio

Powered by Blogger

1997-2007 ottoemezzo.com